Quando si dice che ci si fida di un azienda con i nostri dati personali bisogna sempre riflettere su che strada i nostri dati potranno prendere in futuro.
Per chiarire questo concetto voglio scrivere della Pebble Technology Corporation.
Il suo prodotto, un orologio furbo (smartwatch) chiamato Pebble, aveva una privacy molto invasiva e si riservava il diritto di trasferire praticamente qualsiasi dato dal telefono dell’utente, tramite l’app di Pebble, sui server della Pebble.
Pebble Technology Corporation era una bella azienda, amichevole con gli hackers (to hack= modificare) e per questo motivo, molta gente si fidò di loro con i loro dati personali sensibili o meno.
Un pò di anni lungo la strada Pebble Technology Corporation ebbe dei problemi e fu comperata da Fitbit.
Fitbit aveva una politica sulla privacy abbastanza buona e quindi andava ancora tutto bene giusto?
Ora Fitbit e` stata comperata da Google e potenzialmente ha dei dati, molto personali e privati di chiunque si sia fidato di Pebble all’inizio di questa saga.
Che morale ha questa storia?
Idealmente viviamo in società dove non essere anonimo non è un grande rischio.Ma i governi possono cambiare, e i dati sono ancora in giro per essere abusati nel futuro.
Questa è la morale “scomoda” di questa storia, come i dati possano essere abusati nel futuro.
Purtroppo tante volte, quando si parla di dati personali, si ha un relazione univoca, le corporazioni sanno tutto o quasi di noi e noi sappiamo poco o niente di loro, una relazione dovrebbe essere reciproca.
Il motto “non ho niente da nascondere” non trova terreno fertile in me, uso le tende in casa, non perche` ho qualcosa da nascondere, ma perche` tengo alla mia privacy.
Ada Lovelace